i mulini dei colli euganei

ruderi del mulino del Bagno a Fontanafredda prima del restauro
ruderi del mulino del Bagno a Fontanafredda prima del restauro

Nonostante le scarse testimonianze di edifici ancora individuabili nei Colli Euganei, a fronte di una mole di documenti archivistici importante è possibile affermare che nei Colli Euganei erano presenti sia mulini galleggianti, posti sullo specchio d'acqua, lungo il canale Bisatto, sia mulini di terra, con struttura prevalentemente a coppedello.

Dei molini natanti ci sono documenti che li individuano a Rivadolmo, e da Mezzavia sino ad Albettone, attraverso Battaglia, Rivella, Bagnarolo, Restara (Este) e Vò.

Per quanto  riguarda i mulini terragni sono ancor oggi visibili i resti del Mulino del Bagno a pochi passi dalla fonte termale e del mulino di Valle san Giorgio (ex Valle di Sotto), ristrutturato ed adibito a privata abitazione dopo decenni di totale abbandono.

Il primo mulino era alimentato da un condotto che portava le acque dal gorgo, originato dai rii di Fontanafredda e Valnogaredo,e scaricava verso la località detta Fontana-Calda; la pozza d'acqua del mulino venne usata sia per la tintura dei panni da lana sia per la macerazione della canapa.

 

 

Grandis C., I mulini a “coppedello”, in “Padova e il suo territorio”, diviso in due parti: la prima compare 9 (1994), n. 50, p. 20-23 e la seconda parte (che contiene una rassegna degli impianti documentati in età moderna secondo l’ordine alfabetico della località interessata) in 9 (1994), n. 52, p. 34-39. Le ricerche dello studioso confluiscono infine in: 

Grandis C., I mulini ad acqua dei Colli Euganei, Este 2001 (la più recente e completa ricognizione sul fenomeno). Un’ulteriore ricognizione dello stesso autore abbiamo in: 

Grandis C., Il paesaggio scomparso. Acque, mulini, boschi e cave al tempo della dominazione veneziana (secoli XVI-XVIII), in Cervarese S.

ruderi del mulino di valle san Giorgio prima del restauro
ruderi del mulino di valle san Giorgio prima del restauro

Il mulino di Valle san Giorgio è citato nel 1431 nell'estimo di Pietro Saviolo e assieme a quello di Abano è uno dei più redditizi del territorio. Nel 1600 viene aggiunta una seconda ruota a quella esistente. Alla fine del XX secolo viene affiancato da un pistrino ad olio, e trent'anni dopo si installano i motori elettrici.

Ai piedi del monte Versa lungo la provinciale 89 è ancora presente una piccola sorgente tiepida che generava un canaletto che creava un piccolo invaso di acqua (gorgo) per un mulino, edificato poco dopo la metà dell'Ottocento dal nobile veneziano Pietro Zorzi e passato nel 1872 a Giuseppe Rodella, proprietario della villa sita vicino Este. Tale mulino, con ruota a coppedello, venne affittato dalla famiglia Rodella alla famiglia Ambrosi che lo utilizzò sino al 1955. Dell'edificio non resta più niente, se non la fonte, il canaletto e il gorgo.

Nel caso del centro termale di Abano terme una sorgente ale pendici del dosso del Montorine animava le fontane termali oggi incluse negli alberghi Due Torri e President e muoveva la ruota a cassette del mulino della Fontega, sullo spazio antistante l'odiero hotel Ariston Molino, mulino demolito nel 1884.

Tale mulino era alimentato dalla eccedenze delle vasche d'acqua termale, ed alimentato da un condotto aereo. L'acqua intorno al Montrirone era caratterizzata da una forte componente calcarea, e i mugnai spesso dovevano pulire a lungo le ruote.

A Torreglia, un mulino era alimentato  dal Calto Freddo, o rio Calcina; i mulini di Galzignano e Valsanzibio  erano alimentati dal Calto Callegaro, che assieme ad altri corsi d'acqua dava origine al canale Lispida. L'area di Boccon era una delle più ricche di mulini, ora restano solo i toponimi, come rio Molini di Boccon. A Villa di Teolo il rio di Villa e il calto delle Giare riempivano il cosidetto "Gorgo del Monaro" il bacino di alimentazione del Molin Rotto. A Montegrotto, l'antica san Pietro Montagnon, nei pressi dell'attuale stabilimento "Antiche Terme" una sorgente d'acqua calda manteneva attivo un mulino a coppedello.

Fonte: P.G. Zanetti, Andar per acque, Il prato, Padova, 2002.

C. Grandis, Fontane, rii, calti e gorghi:il patrimonio idrico e termale, in F.Selmin (a cura di), I Colli Euganei, Cierre, Verona, 2005.

 

testo tratto dal sito acque urbane

 

vecchia macina del mulino recuperata fra le macerie del mulino del Bagno, accanto ad uno dei quattro grossi monoliti in trachite che costituivano i sostegni dell'intero meccanismo di macinazione
vecchia macina del mulino recuperata fra le macerie del mulino del Bagno, accanto ad uno dei quattro grossi monoliti in trachite che costituivano i sostegni dell'intero meccanismo di macinazione

un testo interessante sui mulini ad acqua corredato da un utile glossario si può trovare nel sito Magico Veneto

 

e molto interessante è anche questo teso di Marc'Antonio Sanfermo del 1846  sui mulini dei colli euganei tratto dal sito euganeinews.it

Vedi anche il bel capitolo  "Centri di documentazione di archeologia industriale: i mulini"  , in Gianni Sandon: i Colli Euganei, Proposte per il Parco testo fondamentale nel dibattito per la protezione dei colli e la loro valorizzazione come parco regionale.